Sguardo a Levanzo. Fotografia del sentire

La roccia, rosata dal sole, è ricoperta dalle forme estrose che assume il lentisco; i fichidindia
in armonia resistono festosi di fronte al mare. Arrivo a Levanzo: l’acqua è cristallina, le case bianche
seguono la curva della costa, una accanto all’altra con le loro imposte azzurre. Il mio sguardo si apre
in una finestra di palme e da lì inizio a cercare la vegetazione che cresce spontanea nel paese.
Le vie lastricate in pietra e le scalinate mi invitano a salire nel gioco di un nascondino tra le case leggere
ed estetiche. Alla ricerca di flora e fauna, mentre scatto, lascio che ogni incontro
con la bellezza crei nuova memoria.

Il mare che costeggio cambia dall’azzurro al verde smeraldo, e i gabbiani hanno deciso di riposarsi insieme,
allineati come pensieri leggeri. Salendo verso la montagna una lucertola si scalda immobile e si lascia fotografare
con gentilezza; dello stesso verde vivo le foglie appariscenti del peculiare Arum italicum e la cespugliosa
periploca angustifolia con i suoi stellari fiori purpurei.
Poco più avanti, un ragno tesse la sua tela elegante: è un invito a fermarmi e a muovere lo sguardo al suo ritmo sottile.

Dalla pineta al mare, dal mare alle rocce bianchissime, luogo prediletto del crithmum maritimum,
osservo i suoi semi voluttuosi di rinascita mentre un’altra lucertola, col suo corpo vivace, indica la forma della roccia.
Tutto mi chiama a ritornare, ad arricchire ancora il mio modo di vivere la natura,
che per me resta, sempre la vera casa.